Nel momento in cui posiamo piede in terra alemanna è venerdì sera e piove, come d’altronde dicevano le previsioni, che confermano pioggia per tutto il fine settimana. In controcorrente solo le previsioni di Sky, diffuse e sostenute da Guzzino. Raggiungiamo l’hotel da dove veniamo poi indirizzati verso la zona dei locali per una birra serale, ma ci ritroviamo fra negozi bondage e leather e bar per soli uomini con i baffi. Il fatto che siamo 4 ragazzi mediamente atletici non ci permette di passare completamente inosservati e pertanto ci si rifugiamo sul primo taxi disponibile e ci allontaniamo rapidi raggiungendo finalmente una birreria con concerto.
Il sabato trascorre tranquillo, sotto la pioggia, con i nostri che si siedono per terra a qualunque pausa per evitare di stancare le gambe. Visitiamo il centro e pranziamo a base di carboidrati in un locale italiano. Il marathon village è ovviamente ben organizzato, non si fa fila, non ci sono inconvenienti, se hai dimenticato il foglio necessario al ritiro vai ad un desk dedicato dove in 7 secondi netti te lo ristampano. Li incontriamo Dave Miller maratoneta londinese da 3 ore nette, ma nel caos degli stand non ci si capisce un gran che.
Cena a base di bruschette, pasta con ragù di coniglio e pasta rossa, 6 porzioni per noi 4. Tornati in hotel ognuno prepara in religioso silenzio l’abbigliamento per il giorno dopo e appone il sacro pettorale alla maglia. Poi nanna presto per la levataccia della domenica. Intanto continua a piovere.
Ore 6:00 AM, il grande giorno è arrivato. Mi stupisco perché siamo tutti rapidi ed efficienti e siamo a fare colazione ben 5 minuti prima rispetto alla tabella di marcia. Abbuffata di pane, nutella e caffeina e si va.
Ha piovuto tutta la notte, e continua a piovere, sulla strada ci sono pozzanghere enormi, si sparge la voce che al 28° km ci sia un tratto da percorrere a nuoto, ma che vengono forniti dall’organizzazione maschera e pinne.
Ci perdiamo e ci ritroviamo fra la folla nella zona per il deposito borse. Salutiamo Guzzino che va alla sua area di partenza e io Paolo e Lele ci dirigiamo verso la zona E. Siamo stretti stretti e manca poco alla partenza, un genio con l’ombrello vicino a noi si assicura che tutti quelli che gli stanno attorno si bagnino per bene prima di partire. Cerchiamo i pace maker delle 3 ore e 30’, ma non li troviamo, si vedono solo quelli delle 3 ore e 45’ con 3 miseri palloncini poco visibili. Questa risulterà essere veramente l’unica pecca di tutta l’organizzazione.
Partono la prima ondata di corridori, per noi è previsto un secondo start. Ci spostiamo in avanti verso la partenza. Via il sacco di plastica per proteggersi dalla pioggia, via la felpa da buttare per tenersi caldi fino all’ultimo. … e VIA! Che emozione! Si corre bene fin da subito, col fatto che la prima partenza ha qualche minuto di vantaggio su di noi non ci troviamo intoppati fra i corridori e riusciamo ad impostare il nostro ritmo già alla fine del primo chilometro. Dopo poco Paolo ci lascia andare per tenere la sua andatura. Io e Lele procediamo a circa 5’ al km, che è quello che serve per chiudere in circa 3 ore e mezza. Ho un po’ paura di scoppiare al 30° tenendo questo ritmo, ma d’altronde bisogna rischiare un po’. Purtroppo già al 5° km mi scappa la pipì. La tengo per vedere se passa lo stimolo, ma al 7° sono costretto a fermarmi. E Lele si allontana. Mi bastano 40 secondi e sono di nuovo in pista. Ora la gara la faccio da solo, devo tenere il mio ritmo, andare tranquillo, e rilassato. Vado. 10, 12, 15, 18, 20, i km passano rapidi. Tengo sempre i 5’ al km, ma devo recuperare qualche secondo perso in partenza ed al pit-stop e poi devo crearmi un po’ di margine per gli ultimi 200 metri che non si contano mai ma che portano via circa un minuto. Sto per arrivare al 25 e con grande sorpresa vedo il simbolo delle 5 Cascine sulla schiena di Lele, lo raggiungo, convinto che si sia fermato per i suoi bisogni e invece no! Si ferma ora! Mi ritrovo in testa alla corsa (ovviamente nella classifica parziale dei cislaghesi) con una quarantina di secondi di vantaggio. Ne approfitto e spingo un po’ per essere sicuro di non essere in vista neanche nei rettilinei. Non è che ci credo tanto, mi aspetto ancora sorprese, ma intanto ho recuperato i secondi che mancavano e sono sulla proiezione esatta delle 3 ore e 30, spero di non scoppiare. Al 32° km circa Lele mi passa di nuovo, ad un ritmo eccessivo per cercare di stargli dietro. Mi da la spinta per alzare il ritmo di 10 secondi al km, ma non riesco a stargli dietro. Va bhe, è andata, ma mi sono comportato bene e poi la gara è contro me stesso, se riesco a chiudere sotto le 3 e 30 sono felice così. Vado, forse aumento un po’, ma non me ne accorgo. Il crono dirà 4’46’’ dal 30° al 35° e 4’40’’ dal 35° al 40°, altro che scoppiare, mi sento benissimo, supero un’infinità di corridori, c’è chi è scoppiato veramente e cammina, do qualche pacca sulle spalle per incitarli a proseguire, ormai ci siamo. La proiezione mi vede chiudere in 3 e 28 o 29, quando al 40° … lo rivedo! L’omino delle 5 Cascine! E’ mio! Penso che deve essere scoppiato per l’accelerata fatta dopo il 30°. Che faccio? Devo scegliere una strategia: posso starli dietro fino all’ultimo senza farmi vedere e bruciarlo con uno scatto all’ultimo, ho il vantaggio che lui non sa che sono qui dietro… oppure mi faccio vedere e ce la giochiamo? Decido per l’onore e l’onestà e vado per la seconda. Pensando che sia stanco gli passo di fianco a 4 al km, in modo che non tenti neanche ad accodarsi e vado via, credo anche più veloce, tanto che sento il cuore che mi dice “oh, ma sei scemo?”, rispondo “Tranquillo ancora un centinaio di metri, poi sarà abbastanza distante e ci rilassiamo fino all’arrivo” stiamo percorrendo il 41° km, vediamo già la porta di Brandeburgo, ormai è andata, MA… il malefico poi trova risorse inaspettate e me lo ritrovo di fianco. Io però ho già dato tutto e mi riporto sui 4 30 al km. Lui mi incita al rush finale, ma nun ce la fo’ proprio. Percui va. Passo la porta di Brandeburgo, ci sono due ali di folla, urlo a quelli alla mia destra e loro rispondono, alzo le braccia e do cinque a tutti, che soddisfazione! Arrivo in 3 ore 27 minuti e 1 secondo, 14 secondi dopo Lele, ci becchiamo subito dopo il traguardo e andiamo via insieme e incredibilmente in mezzo a 40.000 persone becchiamo anche Paolo dopo qualche minuto.
E’ stata una corsa spettacolare, con un’organizzazione eccezionale e tantissimo pubblico partecipe nonostante la pioggia. Fra le cose che mi rimarranno sempre dopo questa esperienza c’è di non fare mai affidamento sulle previsioni di Sky…