Nuovo anno, stesso entusiasmo!
Sono ormai trascorse due settimane e ancora è lì quel piccolo cartello che indica il 2° chilometro della tapasciata di Varese: la prima dell’anno. Qualcuno l’ha dimenticato lì, ma a me piace vederlo tutte le mattine: mi ricorda la domenica, quella domenica in particolare. Avventura tanto diversa dall’anno precedente per la temperatura mite al punto che quasi non sembrava inverno. Ma anche per qualcosa di più. E’ trascorso un anno esatto da quando ho fatto il mio ingresso nelle 5 cascine. Già! un anno esatto da questa tapasciata tanto pensata e preparata come fosse la più importante. Sono del parere che le corse nel varesotto siano tra le più belle e lavorando qui a Velate alle pendici del Sacro Monte conosco bene l’aria, le strade, le meraviglie che questi luoghi riservano e per me è come correre a casa…anche se un po’ in salita.. E quante salite in questa tapasciata! Una dura prova per i podisti! Questa volta niente Garmin, perchè l’obiettivo è arrivare in cima alla vetta, al santuario. E’ strano, ma penso che la corsa si sposi bene non solo con le salite, ma anche con la voglia di riuscire a scalare le difficoltà della vita e questa è soltanto una delle tapasciate che unisce bellezza, fatica e forse anche spiritualità. Con questo non voglio dire certo che la corsa sia un pellegrinaggio, ma credo che a volte o forse anche solo per una volta, a qualcuno di noi sarà capitato di affidare la propria corsa a qualche Protettore…
Magari a tanti podisti salendo su per il sentiero delle cappelle sarà scappata una bestemmia imprecando per tutta quella fatica, qualcun altro invece ha mollato prima di arrivare in cima ed è tornato indietro, ma credo che a qualcuno sarà scappata una preghiera: forse solo un Ave Maria oppure il ringraziamento per tutte quelle volte che siamo arrivati in cima senza farci male, senza scivolare lungo i sentieri, senza inciampare sulle pietre inaspettate. Qualcuno sarà stato avvolto dalla bellezza del panorama, paesi sulle colline e laghi splendendi come specchi. Io sapevo già cosa mi aspettava, avendo scelto lo stesso percorso dell’anno scorso pur improvvisando quella che era stata una vera e propria impresa, dove quelle salite che pensavo amiche mi avevano messa a dura prova. Al contrario dell’anno scorso, questa volta non avevo motivo e nessun ripensamento per il bivio: si va dritta per i 20 chilometri col tentativo di rimediare a quella faticaccia. E così ho seguito un prezioso consiglio: un ritmo costante senza pensare al tempo, ma solo alla voglia di correre. La mia soddisfazione è stata quella di non aver mai smesso di correre, se non per pochi metri, al punto che quasi mi sentivo una lepre mentre passo dopo passo mi lasciavo indietro i sanpietrini delle cappelle. Sono arrivata in cima questa volta contenta di aver corso bene, rivolgendo uno sguardo benevolo al cielo per non aver sentito solo la fatica ma la voglia di non mollare, certa che lo sforzo valeva la vetta. Insomma una tapasciata mozzafiato dove non da meno è stato il ritrovarmi con i nuovi soci, scambiare sane battute al rifornimento e riprendere Guzzino, ricordare l’avventura dell’anno scorso e lasciare che tutto questo ci lasciasse a bocca aperta!
E che dire della tapasciata di Sumirago? Questo sì che è stato il vero rientro delle 5cascine. La nostra carovana si è distinta sempre per la particolarità: inversione ad U sincrona dopo che Agostino ha tentato ad un bivio di trovare la strada con la cartina, poi battuto dal tom tom che ha avuto la meglio. Il bello è stato partire tutti insieme, tutti con maglie e giubbettini 5 cascine, con al nostro fianco Andrea. Questo nuovo anno non poteva aprirsi meglio per le 5 cascine se non il suo grande rientro: siamo stati tutti contenti di rivederlo correre al nostro fianco con tanta grinta e voglia di ricominciare, affrontando subito freddo, salite e chilometri. A proposito di chilometri, questa tapasciata rimarrà storica per i chilometraggi errati, ma assicuro che se calcoliamo che le salite valgono doppio…il conto potrebbe non tornare ancora. Ancora 20 chilometri per me come per tanti altri. Questa volta la mia vittoria è stata quella restare dietro i miei compagni pur tenendoli a vista senza pause, nonostante ci fossero anche sul finale strattoni lunghi, quasi interminabili, che mi hanno messa in crisi. Pensavo alle preparazioni di questi ultimi mesi e a confronto dell’anno scorso riesco davvero a tenere il ritmo superando i momenti critici…e pensare che giudicando la fatica che avevo fatto mi sembrava che nella scorsa edizione di questa tapasciata i chilometri corsi fossero 14 invece di 10! Quest’anno arrivare al traguardo poco dopo gli altri mi fa ben sperare che queste corse siano a tutti gli effetti dei veri e propri terreni di sano allenamento, non solo per il corpo ma anche per la mente. Siamo solo all’inizio dell’anno che si apre già con ottimi bilanci: tanti nuovi iscritti, giornate fredde ma clementi, entusiasmo alle stelle ed il nostro primo premio guadagnato ovvero l’urna (così abbiamo definito quel vaso “tanto” ambito anche dalle altre squadre!). Non mi resta che augurare che questo anno porti a tutti tanti chilimotri di soddisfazioni, con la speranza di rivedere così tanti soci nei prossimi appuntamenti da Vedano all’aranciaolona, da Verona per tutti a Firenze…
Serena