La mezza di Lecco a -6° !!!
Di tutte le mezze maratone corse finora quella di Lecco è stata per me come la Corsa della domenica. Il dilemma questa volta era Besano o Lecco? Nonostante i vari tentativi non siamo riusciti a convincere Riccardo a formare il trio che ormai porta bene in queste occasioni. E così è successo che eravamo solo io e Ago questa volta a correre una mezza. Un mezza sotto zero, a -6°, una mezza a cui ci siamo iscritti pochi giorni prima ben consapevoli di cosa avremmo trovato. Eppure domenica mattina erano tanti gli iscritti degli ultimi minuti per la non- competitiva. Un po’ deludente l’organizzazione, un po’ di disagio nel deposito borse e nella riconsegna del chip ma questa volta almeno la doccia era calda. Organizzazione a parte, seppure questa volta il percorso non era dei più entusiasmanti per me è stata la mezza della domenica, perchè nonostante l’anello di 10,5 Km da ripetere, tra il ghiaccio ed il vento freddo, io questa mezza l’ho apprezzata tantissimo. Mi serviva tornare alla distanza in vista di Verona, mi serviva testare la mia non-forma fisica, divertirmi un po’ ed allenarmi al tempo stesso. Besano poteva essere un bel test, ma a volte cambiare un po’ non guasta. Non avevo mai corso a Lecco e 21 Km su asfalto a -6° sono un bell’allenamento. L’ironia della sorte ha voluto che riconoscessi alcuni partecipanti della mezza di Novara e di questo non c’è da meravigliarsi, perchè Novara docet: chi ha ha superato quella prova difficilmente rinuncia ad altri eventi simili. Alla partenza anche due Hand Bikers, qualcuno un po’ più folle di me parte in canotta e pantaloncini, qualcuno in compagnia di amici a 4 zampe e tanti un po’ improvvisati per la 10 Km. Al via un mito come Antonio Rossi presenzia come ospite ma i veri vip siamo noi, che non rinunciamo ad una domenica così. Questa volta un buon riscaldamento non si nega a nessuno e a me serve per capire che questa volta conviene usare anche l’antivento: scelta saggia visto che tanti tratti erano esposti ad aria fredda! Cosa dire di bello di una semplice mezza corsa su anello? dove l’andata ed il ritorno combaciavano e vedere i podisti veloci tornare contromano dava l’idea di essere fermi?! Eppure il bello è stato proprio questo: cercare i primi, dargli l’incoraggiamento, cercare nel mucchio Agostino, salutarci e darci forza a vicenda con lo scambio di un saluto di un solo secondo. Il bello è quel colore bianco del cielo, il lago silenzioso e nell’aria il rumore dei passi di soli runners, i commenti nel vedere i marocchini sfiorare il suolo e volare, formare i piccoli treni con i compagni che speri ti porteranno all’arrivo…per non dire poi del soffrire tra quel 12° e 15° Km contro-vento dove speravi di rimontare e invece umilmente accetti che questa volta “va bene così”, arrivare in forndo e scoprire che tanti hanno mollato, guardare la classifica e trovarsi 5^ di categoria, sì con poche donne iscritte ma anche tante veloci. Questa è la mezza di Lecco, una come tante, ma unica per quel risveglio tanto difficile, quel camminare lento al ritiro pettorale, il rifugiarsi in un bar con cappuccio e brioches e i tanti tanti km per scaldarsi, ma non così tanti come ne avevo prognosticati (almeno 7). A metà gara forse la piccola leggerezza che mi ha portata a scoprirmi un po’ forse ha inciso nel far venire quella crisi nel tratto più duro e ventoso…certo, poi è bastato ricoprirmi e pensare alle mezze passate per riguadagnare il passo ed il traguardo. Vero è che questa occasione è servita per capire che non è così scontato ripetere i successi, ma la corsa è bella così: perchè se manchiamo l’obiettivo ed il tempo non è il migliore, se anche il clima non aiuta e neanche l’organizzione, rimane la soddisfazione di aver corso a -6° mentre tanti restano a guardare, sentire il caldo dentro mentre fuori fa freddo, avere i piedi infuocati sull’asfalto gelido, avere il lago a fianco come amico, guadagnare kilometro dopo kilometro la soddisfazione che una mezza si può fare anche senza una forma fisica perfetta…e allora perchè rinunciare ad una mezza “sotto-casa”?
Sono trascorsi pochi giorni ed i 3° gradi sopra lo zer,o per quanto possano sembrare pochi, per me sono quasi il preludio di primavera e se a Verona sarà così credo che tutti riscatteremo gli allenamenti siberiani fatti finori!
Serena