Lago Maggiore Marathon
[la premessa] Manca poco meno di un mese a Firenze, prima maratona di questo 2012 e teatro di quella rivincita che devo prendermi dal 2006, quando la finii maluccio ed insoddisfatto. Ed ad un mese dalla maratona è giusto “provare la gamba” e fissarsi qualche obiettivo di tempo. La maratona del Lago Maggiore, nella versione 33 km, è stata un ottimo test per verificare quanta preparazione manca e quanta strada si è gia’ fatta. Il dubbio se poi una 33 km possa essere definita una “ultra-mezza” o una “quasi-maratona” rimane tuttora.
[l’attesa] Ci presentiamo quindi ad Arona in orario per gustare tutte le fasi pre-maratona. Il caffè del risveglio è un po’ indigesto perchè al barista chiudono il lungolago tutta la mattina, e lui se potesse “…questi podisti li ammazzerebbe tutti (… )” . Ritiriamo il pacco gara, e trovarsi in mezzo a chi , questi 42 km, li affrontera’ tutti, fa bene allo spirito. Tra 30 giorni saremo anche noi maratoneti e questo senso di inferiorita’ non ci sfiorera’ neanche. E’ bello sentire gli altri che parlano di maratone passate e chi ( molti ) affronta questa impresa col giusto timore della prima volta. Rivivo in loro le emozioni e le paure che anche io provo ad ogni partenza. Poi si punta il pettorale, si manda via la sacca col cambio, un po’ di allungamento e ci si mette in griglia ( in fondo….)
[la gara] Il percorso di questra maratona è veramente da consigliare. Si parte da Arona, si costeggia sempre il lago, si passa da paesi come Meina, Lesa, Levo e Stresa che , uniti alla bellezza del panorama, ti fanno fare un po’ meno fatica. In base ai km fin qui percorsi mi ero prefissato un’andatura per me abbastanza allegra, sui 4m40s a km, e nonostante il traffico iniziale riesco a superare alcuni pace-maker e fare anche qualcosa meglio del previsto. All’8° km metto nel mirino il gruppetto delle 3ore e 15 minuti (sulla maratona… ) e, guadagnado circa 40/50 metri al km, riesco a raggiungerli al 13° km. Da li’ non li molero’ piu’ fino al (mio…) traguardo, i 33 km, facendo meglio di circa 4 minuti rispetto al tempo che mi ero fissato alla partenza. Non posso dire che sia stato facile tenere il ritmo del pace-maker fino a qui, pero’ la sua costanza ed il supporto morale che dava mi portano a ringraziarlo infinitamente ed a sperare di ritrovarlo a Firenze. Una volta cambiato aspetto Serena che, nonostante gli acciacchi dell’ultima settimana, porta a termine soddisfatta anche la sua prova. All’arrivo incontriamo Enrico: era praticamente con me al 33° km ma nessuno dei 2 si è accorto dell’altro….. Lui ha chiuso con un ottimo 3h20m. Oltre a complimentarmi per il suo tempo mi piace esprimere il mio apprezzamento per come affronta la corsa; va forte ma sa che la corsa non è la sola cosa che conta nella vita. Anche su questo, un esempio da seguire. Guardando invece la mia classifica mi illudo di un 2° posto da utopia, prima di capire che le stampe erano in ordine alfabetico…..Il rientro ad Arona è in battello. Stupendo.
[il pensiero] Finita la gara ci raggiunge la notizia che la notte scorsa è mancato Stefano Montani, un ragazzo che tutti noi conosciamo. Io, oltre che averlo incrociato spesso in paese come tutti voi, l’avevo gia’ incrociato molto prima: sono nato solo 2 giorni prima di lui, e le nostre mamme erano insieme in ospedale. Ed allora, rileggendo il blog di Serena ( ” i motivi per correre ” ) penso che oggi il motivo per correre sia stato farlo anche per quelli che non possono piu’ farlo, come Stefano, e magari sentire un po’ meno la fatica se pensiamo che lui e tutti quelli che abbiamo nel cuore, ci spingono da dove sono ora.
[appendice] Questa settimana cambia l’ora. Si ritorna con l’ora solare. E allora addio a quel po’ di luce per le corse serali post lavoro. Per chi, come me, concentra le gare lunghe a fine anno questa ormai è un’abitudine. E allora ci si trova a correre su improvvisati circuiti cittadini di pochi km tra lampioni, marciapiedi e pendolari che rientrano a casa. E spesso ci si incrocia: runners o semplici amatori che dopo una giornata di lavoro ritrovano una passione comune per un obiettivo importante o, semplicemente, per liberarsi dallo stress di tutti i giorni. E che si chiamino Paolo, Matteo, Giusy, Claudio, Serena, Caio o Sempronio, viva tutti quei fantasmi della sera che poi al risveglio portano con sè l’energia e la semplicita’ dei km che percorrono alla luce dei lampioni.
Agostino