Maratonina Città di Busto
La Mezza di Busto è ormai una classica, e come tale ha registrato anche quest’anno un’ottima partecipazione delle 5 Cascine. Tra chi prova a fare il personale e chi ci prova per la prima volta, ognuno ha un obiettivo. Ognuno ha la sua sfida.
Complimenti a Mondini, ormai saldamente sotto l’1’30”; a Luca e Pino che sfidano o abbattono il muro dell’1’40”; ad Andrea che ci vuole essere per dimostrare a se stesso che “Andrea c’è”; a Serena che quest’anno ha fatto più competizioni di chiunque altro.
Complimenti a Sandro, ottimo personal-pacer e a Claudio per l’organizzazione e l’attenzione verso ogni particolare.
Ma soprattutto complimenti a Gianfranco, che grazie alla sua tenacia e al sostegno di sua moglie Malika, ha gareggiato per la prima volta sulla mezza distanza. Ora sa quali emozioni può regalare, ed è solo all’inizio…
L’articolo di Serena:
È la prima volta che mi capita di scrivere subito dopo la corsa della domenica. È vero, il grosso dell’articolo lo scrivo sempre mentre corro, ma in genere ci vogliono un po’ di giorni prima di vedere nero su bianco. Oggi è diverso. Forse perché ci sono state tante coincidenze o forse perché la voglia di scrivere la cronaca di stamane batte la stanchezza del dopo corsa ed ho vinto la tentazione di buttarmi sul divano. Mi è molto cara la mezza di Busto, perché non solo è il test pre-maratona ma rimane nel cuore per essere stata il mio primo vero appuntamento con le gare competitive ed è difficile non lasciarmi trasportare dall’ebbrezza che ho provato la prima volta nel tagliare quel traguardo. Quindi come sempre avevo tanti motivi per correre. Uno di questi era anche testare la mia condizione fisica. Ho atteso tanto questo giorno, perché dopo 3 settimane di stop forzato avevo proprio bisogno di capire se Firenze può essere ancora nel mio cassetto dei desideri. Ebbene sì, dai miei ultimi 33 Km sul lago Maggiore ho dovuto dare priorità alle cure di una fascite plantare, con in aggiunta una tendinite, e non ho dato tregua al dolore dedicando alla mia caviglia trattamenti d’urto ( solo questi meriterebbero un articolo a parte, che credo farò un po’ per esorcizzare le paure, un po’ per la curiosità di tanti). Fortunatamente praticando un altro sport sono riuscita a mantenere un discreto allenamento: nuotavo a più non posso in piscina, immaginavo di correre lo stesso durante le ripetute a stile libero anche se rimpiangevo i kilometri che avrei dovuto fare su asfalto. Mercoledì con una corsetta di 11 Km ho avuto giusto la sola occasione per “gommare” le scarpe ed oggi mi sentivo in forma. Il tempo di stamattina mi ha fatto pensare ironicamente che i miei ultimi allenamenti fatti in piscina forse dovevano trovare una giusta ricompensa con una corsa in costume e pinne!?! Oppure era la presenza di Andrea Mondini, già veterano l’anno scorso di una mezza di Monza sotto l’acqua che ha scatenato tutta quella pioggia? Oppure il destino vuole che la Maratona autunnale 5 cascine debba essere “battezzata” da una 21 Km bagnata? Agostino stamattina se la rideva dicendo che lui si riteneva fortunato a non essersi iscritto…mentre io alzando gli occhi al cielo dicevo: “per favore, dopo una settimana di lavoro facci il regalo di correre senza pioggia!”. Non so se qualcuno da lassù ha ascoltato…ma la gran parte della gara è stata senza acqua, come se il cielo abbia risparmiato proprio noi podisti della domenica! Preghiere a parte, questa volta mi preparo come se fosse ancora la mia prima volta, niente tensione e con un solo obiettivo: arrivare al traguardo! Ero talmente immersa nel mantenere il mio “stato di calma”, che nel rispettare uno dei riti pre-gara (la corsetta al bagno) ho il tempo per un altro scaccia-tensione: le chiacchierate sulla moda running al femminile… magari per gli uomini il momento prima dello starter consiste in riscaldamenti, allunghi e adrenalina alle stelle.. lo è anche per noi donne ma, anche se mancano 10 minuti allo sparo, nello spogliatoio non manchiamo di notare quei pantaloni a tre quarti tanto fashion o l’ultima maglia tecnica della squadra a fianco; e così che un’attesa trepidante viene trasformata in un “consigli per gli acquisti” di moda running! Mancano solo pochi minuti ed è proprio ora di andare…ma oggi è davvero come la mia prima volta! Sì perché, senza volerlo, ho lasciato a casa il garmin e questa volta, come la prima, dovrò fidarmi solo delle mie sensazioni. Mi schiero nelle retrovie perché in coscienza so che non posso ambire di più e poi così avrò la scusa di partire piano. Conosco ormai a memoria il tracciato, conosco anche i punti dove si formano le pozzanghere, perché neanche a farlo apposta anche la prima volta pioveva. In griglia però non c’è neanche una goccia che scende giù ed allora la mia tattica di non coprirmi troppo forse può funzionare. Ed ecco il “via”! com’è strano partire senza avere il mio maritino vicino, un’altra coincidenza? perché anche 2 anni fa Agostino era venuto come accompagnatore ed oggi come la prima vorrei non deluderlo cercando di chiudere con un tempo al di sotto delle 2H. Certamente vederlo a fare il tifo mi ha dato la carica e i primi chilometri sono andati via “facili”…forse troppo…sentivo gli altri garmin che suonavano e non avevo idea dei tempi, ma ascoltavo le voci dire “ siamo a 5 e 20”, oppure “5 e 15”, poi “5 e 30”. Ricordavo il primo ristoro, un po’ fuori quasi stile tapasciata, vicino ai boschi e tutti quei rettilinei prima del campo sportivo; ricordavo bene cosa si prova ad entrare in quella serpentina, dove s’incrociano i podisti in senso opposto che incoraggiano quelli dietro che arrivano. Guardo con un po’ di rammarico quei palloncini dell’1H e 45’ ma sono soddisfatta di stare avanti più di mezzo chilometro a quelli delle 2 h. Le gambe giravano bene ed il doloretto al piede non si fa sentire, per cui decido di andare in progressione, superando piccoli gruppetti e confidando nella buona compagnia. Sono riuscita a tenere fino al 15° Km, quando ha ripreso a piovere e da quel momento ho dovuto far fronte a diversi inconvenienti: i piedi che scivolavano ed una vescica che si apriva, il freddo delle gambe, le scarpe zuppe che pesavano il doppio, le energie che scarseggiavano. Sapevo che mancavano “solo” 6 Km ma mi sembrava di avere le zavorre sulle gambe ed il doloretto al tallone faceva il suo ingresso. Mi sono detta come la prima volta: “non ho nulla da perdere…non sono in formissima ma sono arrivata fin qui”! Ho guadagnato chilometro dopo chilometro e un po’ mi rattristava vedere quanti podisti che mi superavano, ma pensavo che se fossi riuscita a tenere un po’ il ritmo potevo farcela. Mi sono incoraggiata al 18° pensando che mancava poco e, nonostante la paura di essere “tirata” sotto da qualche automobilista “incazzato”, stringo i denti e godo al sentire i complimenti, il tifo caloroso della gente a bordo strada, che come un podista a fianco ha detto: “anche il bagno di folla ha il suo perché!!”. Il 19° arriva stringendo i denti e sento chi da dietro fa da “pace” al migliore amico o alla fidanzata e non posso fare a meno di ascoltare i consigli e farli miei: “è tutta testa, allunga le gambe, spingi, non mollare”. Al 20° penso al mio maritino che mi aveva promesso di aspettarmi a 500 mt dall’arrivo e quindi metto le ultime energie nel passaggio in centro e dopo l’ennesimo tratto in un centro piastrellato, dove le mie caviglie hanno dato l’ultimo colpo di reni, ecco che come promesso è lì con Antonio Capasso a fare le foto. E mi viene naturale disegnare quel cuore con le mani, come a Pavia, un cuore per Agostino e un cuore per la corsa. Come previsto sono raggiunta dal pace delle 2h che mi dà lo slancio per arrivare al traguardo e non posso che essere soddisfatta per questa gara che contro ogni aspettativa è andata meglio delle previsioni, e non solo meteorologiche. All’arrivo poco dopo di me arrivano le 2 new entry 5 cascine (Malika e Gianfranco), che hanno onorato la nostra squadra con quello che credo sia solo il loro primo successo di tanti altri che verranno. Della giornata di oggi conservo tutto: il cercare quel bar che non c’è più, scherzare con Andrea Mondini sul nostro passato al liceo, ripassando ironicamente chimica mentre cerchiamo di capire quante moli di energia ricaverò sciogliendo una bustina di energetico in mezzo litro d’acqua…per non dire della gente chinata dai balconi di casa, stupita di vederci in griglia di partenza ricoperti di sacchi per spazzatura…e non dimentichiamo quel cielo che smette di gocciolare, regalandoci una tregua che è come una manna! Ed il car pooling del rientro? Inutile dire che il viaggio del rientro non manca di aneddoti salienti di ognuno di noi e così nel rispettare l’ambiente non ci risparmiamo nemmeno nelle battute finali, pensando a chi oggi ha corso la “maratona dell’acqua” a Lodi…dell’acqua non perché sapevano già delle piogge di oggi, ma per rappresentare chi in altri paesi meno fortunati è costretto a correre kilometri per raggiungere un pozzo d’acqua potabile. Questa maratonina è stata un gran successo e lo dimostra anche la nostra presenza come 5 cascine massiccia ed i tempi finali parlano da soli. Ci dispiace un po’ per Claudio, che ha rinunciato a correre dopo il turno di notte in croce rossa. A lui va il mio encomio perché nonostante tutto si è caricato dell’impego di ritirare i pettorali al sabato e portarceli al mattino, per poi accompagnarci fino a Busto. Non ultimo il mio pensiero va avanti al futuro.. Sono tanti gli articoli che trovo sui giornali delle corse al femminile e vedere Agostino aspettarmi al traguardo mi fa pensare al mio domani, quando ci alterneremo agli appuntamenti con la corsa dove ci auguriamo di ritrovarci al traguardo insieme ad un bebè sulle 4 ruote.
Serena
Sito Ufficiale: http://www.atleticasanmarco.it/maratonina/maratonina1.html
Foto di Antonio Capasso: http://andocorri.blogspot.it/2012/11/11-novembre-2012-21-maratonina-di-busto.html