Cosa aspettarsi quando si aspetta
La borsa è ormai pronta e fuori piove, ma oramai ci siamo abituati a questi cambi di luna. Dopo tutti questi mesi di preparazione credo che domenica per quanto mi riguarda può anche grandinare che questa Maratona saddà fare! Se guardo indietro mi sembra che sia passato un secolo da Honolulu ed invece sono trascorsi solo! 4 mesi. Queste settimane sono volate, che quasi non mi sembra di essere pronta per affrontare al meglio questo nuovo traguardo da 42. Eppure non ho saltato un allenamento e poco importava in questi mesi se fuori ci fosse acqua, vento o neve. Di queste settimane adesso rimangono l’impegno nel seguire per la prima volta una tabella, la cura nello scegliere le scarpe, le sensazioni delle andature nelle gambe e le tapasciate. C’è sempre stato qualcuno con cui correre, con cui riscoprire la gioia di correre, di buttarsi nelle pozzanghere e divertirsi come bambini; quante volte chilometro dopo chilometro il premio è stato poter scattare ancora una volta una foto e immortalare con meraviglia un panorama mozzafiato; e quante volte dopo 20 km nelle uscite settimanali avrei corso ancora e in quanti lunghi mi sono chiesta “basteranno 32 Km?” Quante volte si sogna quel traguardo mentre le gambe girano, come domenica ancora al Lago di Varese nell’ultima uscita lunga, l’unica con il sole…correre pensando di essere già nella mischia, immaginando applausi dedicati anche a me, a me che una top runner non sono. Che cosa aspettarsi quando si aspetta? Nessuno si aspetta di tagliare per primo quel traguardo…eppure l’adrenalina è lo stessa di un appuntamento importante, dove ci teniamo a far bella figura per poter tornare a casa vittoriosi. Si sa che il primo obiettivo è finirla, arrivare dove tanti non arrivano…e allora, queste ore passano intrepide, perché se da un lato riavvolgerei il nastro per poter aggiungere ancora chilometri alle uscite e ripetute fino a spezzare il fiato, dall’altro ho solo voglia di partire per quei 42 e finalmente provarci ancora: tenere duro passo dopo passo, avere la voglia di andare, sentire la gioia fino alle stelle e portare al traguardo tutti i miei motivi per correre. Tanti sono i miei motivi…ma questa Domenica ce ne sarà uno in più del solito: arrivare ad ogni costo e portare al traguardo chi purtroppo non c’è arrivato, puntare il dito contro chi ha interrotto il bel sogno di Boston, anche se non sarà mai abbastanza e la giustizia non potrà mai cancellare un così orribile attentato alla gioia. Perché, come dicevo in questi giorni ad amici e colleghi, ad essere colpiti sono stati runners come noi: gente comune che torna a casa la sera dopo una giornata di lavoro, indossa le sue scarpe e corre, corre, corre; chi lo fa per salute, chi per sfogo, chi per stare in forma, chi per protesta, chi per i propri cari e potremmo aggiungerne milioni di motivi…da lunedì 15 aprile credo che tutti ne avremo uno in più… perché si sa che non c’è sport come la corsa dove la solidarietà è lo spirito vero, il cuore che anima la vera festa.
Serena