Vajont – 8° Pedonata “i percorsi della memoria”
09 ottobre 1963 ore 22.39… questo è il momento di ricordare, questa data non lascia spazio a null’altro, solo alla memoria e al ricordo. Questa non è una gara normale, infatti non sono importanti tempi, posizioni o record personali, quello che più importa sono le emozioni che corrono nell’attraversare questi luoghi e che rimangono ben impresse nella mente di ogni partecipante.
L’idea di partecipare a questa gara parte da troppo lontano per essere spiegata, diciamo solo che è moltissimo che entrambi volevamo far visita a questi luoghi e quale momento migliore se non una gara nell’anno del 50° anniversario. Partenza sabato mattina di buona ora destinazione Longarone, arrivo e ritiro del pettorale. Non ci perdiamo certo l’occasione della visita al museo della memoria e lascio a voi immaginare l’atmosfera e la nostra sensazione. Non poteva poi mancare la visita alla diga e a Erto, paese di Mauro Corona, dove, vista l’ora, abbiamo deciso di pranzare. Il resto della giornata l’abbiamo passata nella perla delle dolomiti, Cortina. Rientro in agriturismo per una buona cena e la notte. Non vi nego che l’inesperienza e la poca abitudine a questo tipo di gare/manifestazioni mi abbia provocato un po’ di preoccupazione e insicurezza. Infatti, prima di cena, mi ritrovo a vestirmi da gara cercando consenso nel mio compagno, che come potete immaginare non mi è di nessunissimo aiuto o meglio, l’unico aiuto che mi da è quello di farmi ridere e mi accorgo che è l’aiuto migliore che mi possa dare. Sveglia abbastanza presto ci prepariamo e siamo pronti per raggiungere Longarone, luogo della partenza. Il tempo non è un gran che ma fortunatamente non piove; la partenza della nostra gara è prevista per le 9.40. Siamo moltissimi: per tutte le gare in programma sono previsti 8000 partecipanti. Finalmente, puntuali si parte. Il percorso è molto bello e la prima parte è tutta una salita leggera fino alla diga; si passa hai suoi piedi ed è un momento pazzesco. La diga è tutta sopra di noi altissima, imponente… . Si entra poi nelle gallerie utilizzate dall’Enel e poi, tramite strada asfaltata si raggiunge la sommità e si attraversa utilizzando l’intero coronamento della diga… frana del Toc a sinistra e valle del Vajont a destra. Si percorre una parte dell’enorme frana che nell’ottobre del 1963 si staccò dal monte Toc e fece tracimare il lago. Prima della discesa finale affronto l’ultimo strappo che ci porta al piccolo paese di Casso inerpicato sopra un cucuzzolo della montagna, chissà, probabilmente la sua fortuna al momento della tragedia. Il paesino è stupendo, tutto in pietra, si attraversa quasi completamente per arrivare al sentiero tutto in discesa che ci riporterà a Longarone. All’imbocco del sentiero si sente in lontananza la voce dello speaker, musica per le mie orecchie e benzina per le mie gambe che dopo l’ultimo strappo incominciano a sentire la fatica. La discesa non è facilissima, molto scivolosa, stretta ma divertente e decisamente ben controllata dall’organizzazione. Al termine della discesa mancano circa 1,5 km all’arrivo che sarà al campo sportivo. Arrivo finalmente allo stadio e felice attraverso il traguardo. Sicuramente una bella gara emozionante con un percorso ricco di fotografie che rimarranno nella mente. Stanco ma appagato ringrazio il mio compagno di avventura che mi ha proposto questa gara.
L’italiano non è mai stato il mio forte, chiedo pertanto scusa a chi leggerà questa pagina, spero di essere riuscito in queste poche righe a manifestare l’emozione che ho provato nel fare e nel concludere questa manifestazione. Grazie
Andrea M.
http://www.prolocolongarone.it/news/400-celebrazioni-vajont-50d.html