Spirito da tapascioni alla camminata del pompiere a Lomazzo
Quasi non mi sembra vera la giornata di questa domenica: una tapasciata quasi perfetta! Erano 2 anni che a Lomazzo non si riusciva a disputare la corsa del Pompiere come si deve. L’anno scorso nonostante la nevicata che si era abbattuta proprio in concomitanza del week-end non aveva scoraggiato gli organizzatori, che pur non annullando l’evento avevano modificato il tracciato, ricavando un percorso di 6 km tutto cittadino da ripetere al massimo 2 volte. Ricordo che in quell’occasione noi delle 5 cascine di giri ne abbiamo fatti 3 con la neve che imperversava, approfittando un po’ del buon cuore dei volontari che vigilavano le strade. L’anno prima invece aveva piovuto parecchio e tanti passaggi nei boschi erano un po’ pericolosi… Questa domenica per la prima volta la tapasciata del “Pompiere” è stata davvero unica sia per l’organizzazione sia per il percorso, non ultimo per la grande partecipazione del nostro gruppo che ha visto schierati maratoneti in preparazione verso Roma, podisti amatori e camminatori, senza dimenticare le nuove reclute al seguito come Ilaria. Sicuramente le ultime giornate di sole hanno contribuito ad asciugare i terreni, ma le temperature miti che ci siamo ritrovati sono state davvero un inizio di primavera. Tanti di noi hanno approfittato della vicinanza da casa per aggiungere chilometri al lungo e qualcun altro ha fatto 2 giri (uno corto e uno lungo), ma tutti per arrivare a Roma con le gambe pronte. Io ho preferito ripetere la mia esperienza di nordic walking e devo dire che ne è valsa davvero la pena. Dopo la foto di rito siamo partiti tutti, ognuno a suo ritmo. Fin da subito ci s’incammina nel percorso natura, che più bello di così non si poteva. Tanto bosco, tanto verde e tanti camminatori e podisti a riempire i sentieri con tutte le nostre magliette colorate. Questa volta mi sono goduta proprio il panorama! Non mi ricordavo che questa tapasciata fosse così bella, ma sono rimasta a bocca aperta per ogni chilometro che percorrevo. I sentieri boschivi erano molto curati e puliti, ben segnalati i cambi di direzione e le deviazioni. All’inizio avevo optato per i 12 km, ma più andavo avanti più quel percorso mi piaceva… Ho deciso all’ultimo momento di svoltare verso i 20 vedendo che altri camminatori come me avevano fatto la stessa scelta, per cui significava che di certo non sarei stata sola. La scelta è stata ripagata da passaggi unici, che neanche immaginavo esistessero, con tratti di salita e discesa che 2 anni fa mi avevano messo a dura prova. Sarà stato merito dell’aria fresca di primavera, del sole caldo, dei colori che finalmente non si vedevano da mesi che mi sembrava davvero di avere energie da vendere. Con passo cauto e lento ho letteralmente goduto ogni scorcio che si presentava e per la prima volta credo di aver apprezzato il Lura, con il suo mormorio di sottofondo, accompagnato dai balzi nelle piccole cascate. Eravamo 5 camminatori che alla fine abbiamo fatto quasi gruppo. Sul finale gareggiavamo quasi io ed un’altra camminatrice, che di tanto in tanto azzardava anche la corsa. Insomma una giornata così riscatta tutte le edizioni precedenti, con un occhio di riguardo a tutti i vigili del fuoco e dei volontari che non ci hanno fatto mancare nulla, persino nei 3 ristori lungo il percorso. Arrivata al traguardo con soddisfazione e un po’ di dispiacere per non aver immortalato tutte le particolarità, mi sono incamminata verso la macchina contenta della mia impresa… ma l’umore si è un po’ spento quando la macchina ha deciso che non voleva saperne di accendersi… Ho pensato tra me e me che questa volta mi sarebbe toccato tornare a casa a piedi, non per piacere ma per obbligo. Ma tra tapascioni ci si aiuta, tant’è che la camminatrice che aveva fatto gruppo negli ultimi km, che per caso aveva parcheggiato proprio dietro di me, ha tentato di rimettere in moto la mia auto con i cavi. Poi il destino vuole che un altro tapascione si fermi a darci una mano e per ironia del caso è per giunta meccanico. La macchina proprio non voleva partire ma la solidarietà dei nuovi amici è stata provvidenziale: il meccanico, Antonio, si è reso disponibile a ripararmela e l’altra mi ha riaccompagnata a casa. Nonostante il guasto meccanico credo che questa sia stata davvero una bella giornata, dove ancora una volta fare sport è sinonimo di buon animo e buona volontà in tutti i sensi.
Serena