Tapasciata a Cogliate
L’ultima tapasciata che ci ha visti protagonisti è stata quella di Cogliate. Domenica mattina come di consueto eravamo tutti pronti ed al ritrovo c’era anche il gruppo di Varese, ovvero costituito dai temerari che hanno sfoderato un lungo di 35 km sulla pista ciclo-pedonale del lago ormai diventata tappa doverosa nei test pre-maratona. Questa domenica ognuno ha potuto scegliere tra una vasta gamma di possibilità: trail, lungo sul lago o tapasciata. Per non rimanere troppo a lungo sotto le coperte, alle 7.30 gran parte del gruppo era già arrivato e già ognuno di noi sceglieva il chilometraggio da percorrere. Generalmente la tapasciata di Cogliate si svolge prevalentemente nei boschi, arrivando fin nel parco delle Groane, con brevi tratti di asfalto di raccordo. L’anno scorso questa tapasciata per me si era trasformata nel mio primo lungo verso la maratona di Padova riuscendo a fare il giro dei 7 km e successivamente dei 21. In macchina ognuno di noi ricordava dei passaggi nevralgici: il suggestivo parco con tanto di ponti e ponticelli, i numerosi sentieri boschivi e le piste batture dai bikers. Io già m’ immaginavo immersa tra le fronde degli alberi a respirare aria di bosco e non vedevo l’ora di iniziare quest’altra impresa, ma non ero l’unica. Stefano addirittura stava pensando di indossare le scarpe da trail, conoscendo il parco, ma alla fine la scarpa da strada ha avuto la meglio (per fortuna, con il senno di poi). Arrivati al punto di ritrovo un cartello avvisa che a causa del maltempo dei giorni scorsi i percorsi sono stati modificati, incluse le distanze per cui i 7-14-21 km sono stati sostituiti dai 6-12-19 km. Dopo il rituale della foto di gruppo siamo partiti tutti ed io con i miei bastoncini mi sono avviata. Ricordavo che i primi 2 km erano tutti su asfalto per poi entrare nel bosco…ma questo tuffo nella natura tardava ad arrivare. Pensavo che questa fosse la prima variazione, ma i chilometri scorrevano e camminando mi sono ritrovata a Rovellasca dove ai 6 km c’era il primo ristoro. Mi sentivo un po’ osservata per l’attrezzatura da nordic walking ed ero consapevole che sull’asfalto probabilmente ero un po’ ridicola…ma non sapevo che tutta la tapasciata si sarebbe svolta su asfalto!! Dopo aver lasciato il campo sportivo di Rovellasca i segnali portavano verso Misinto e qui i tratti pericolosi erano molti, con stradoni che invitavano gli automobilisti ad accelerare ed incroci non vigilati. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho raggiunto la pista ciclabile e dopo aver svoltato per vicoli e vicoletti ormai il 10° chilometro era vicino. Per fortuna cammin facendo almeno il sole aveva fatto il suo ingresso e scampato il pericolo poggia gli ultimi 2 km verso l’arrivo sono passati in fretta. Solo 12 Km questa domenica, non solo perché sarebbe stato difficile sincronizzarsi con gli altri compagni, ma sarebbe stato deludente girare a zonzo per le strade solo per far chilometri… Ritorniamo a casa tutti un po’ delusi da questa tapasciata, ma non per colpa di nessuno visto che il maltempo ha peggiorato lo stato dei sentieri boschivi e l’organizzazione ha trovato un rimedio pur di evitare la cancellazione dell’evento. Nonostante tutto però porto a casa un volantino che mi ha ispirata: la tapasciata delle Primule domenica prossima a Senna Comasco, con tante distanze a disposizione e tutto su sentieri con vista sul lago! Quasi quasi si può fare un pensierino. Intanto per oggi ho riscattato la tapasciata andata male di domenica con una pausa pranzo all’aria aperta, camminando sul sentiero che spesso è stato il mio tragitto di allenamento: la mia ora d’aria con il sole e le farfalle intorno è il miglior rimedio allo stress e non solo. Intanto sogno le mie corse e già mi incuriosisce un nuovo trail da prendere in considerazione per l’anno prossimo: il trail del viandante il 1 giugno. Magari non sarà uno dei più competitivi ma è alla portata di tutti, inoltre offre la possibilità di un minitrail di 7 km per tutte le età…Insomma con la corsa e le camminate c’è poco da impigrirsi, basta iniziare e in poco tempo si diventa degli stambecchi e a ringraziarci un domani sarà la nostra salute!
Serena