Quando i bambini fanno oooooh!
Quante volte mi è capitato di sentire queste ‘oooooh!’ di meraviglia durante tutti questi mesi. Forse perché a me sembrava ‘normale’ partecipare alle tapasciate, arrivando con tutto il mio equipaggiamento di nordic walking ogni domenica mattina per incamminarmi su sentieri e strade, per respirare una boccata d’aria buona. Non riuscivo a stupirmi ogni volta che superavo i camminatori o sopraggiungessi ai ristori per l’espressione tipica: ‘ma siete in due? Quanto ti manca?’…mi veniva spontaneo pensare ai kilometri mancanti del percorso su cui mi trovavo, ma poi sapevo che tutti si riferivano ai mesi della mia pancia. Ed allora le ooooh di meraviglia non mancavano, soprattutto quando dicevo: mancano 2 mesi, oppure sono a 1 mese dalla scadenza… addirittura nelle ultime tapasciate ho visto tremare i volontari che presidiavano le deviazioni e i punti nevralgici: tutti temevano per la mia incolumità e tutti si raccomandavano che andassi piano… Tante camminatrici mi chiedevano per prima cosa se camminassi da sola ed in genere dicevo: ci sono i compagni delle 5 cascine sui percorsi più lunghi e non sono sola. Tante donne non si sarebbero avventurate, ma se ho potuto farlo è grazie al fatto che in tutti questi mesi ho avuto un’ottima salute. Dopo il divieto di correre ho contrattato con il mio curante di poter camminare e con prudenza ho potuto assaggiare ancora i benefici del movimento. Credo certamente con la mia scelta di aver sfatato un mito, perché tanti pensano che la gravidanza sia uno stato in cui sia vietato muoversi e fare sport in generale. Sicuramente ci sono numerose controindicazioni e occorre essere sicuri di non mettere a rischio la propria salute e quella del nascituro. Ed è quindi con orgoglio e soddisfazione che scrivo su quanti benefici mi ha lasciato in questi mesi il camminare. Ci sono stati benefici fisici e mentali. Sicuramente grazie al nordic walking, e anche al nuoto, sono riuscita a tenere a bada tanti dei possibili disturbi che possono subentrare in una maternità e nella vita in generale: pressione alta, picchi glicemici, mal di schiena, gonfiore alle gambe… tanti pensano che la sedentarietà od il riposo assoluto siano meglio durante una gravidanza, ma per fortuna ad oggi anche la scienza è stata dalla mia parte. Ma non solo; non dimentico tutti gli altri aspetti che in questi Km mi hanno accompagnata: poter calpestare ancora i sentieri di bosco con un passo più lento, rimanere a bocca aperta per i piccoli angoli di paradiso incontrati e incontrare sempre gente nuova con cui condividere qualche chiacchierata pensando alla vita che verrà. Agli occhi di molti il mio partecipare alle camminate sembrava uno sforzo eccessivo per una gestante, ma per me è stato un salutare cambio di passo. Quante volte mi è capitato di osservare i runners che mi superavano e quante volte mi accorgevo dei loro errori tecnici. È stato così che ho pensato a quante volte la mia corsa sia stata rigida, viziata da difetti di passo, dalla tecnica sbagliata. È così che ho capito che nella corsa non ci sono solo kilometri. Non sono stata l’unica ad aver percorso le distanze più lunghe delle tapasciate soltanto camminando, ovviamente impiegandoci il doppio del tempo…ma quante volte arrivavo al traguardo dopo pochi minuti di altri runner che alternavano cammino e corsa. Mi sono resa conto di quanto il nostro corpo può permetterci di fare, con un po’ di buona volontà. La mia non è solo una buona propaganda ed un invito a camminare o correre rivolto a chi in tutti questi mesi ha messo davanti mille scuse: piove, fa freddo, fa caldo, non ho tempo… perché il bello delle domeniche è che si va in compagnia. Di questi mesi mi porterò sempre dietro gli sguardi di meraviglia della gente, ma anche le belle camminate condivise con le altre nostre camminatrici: Angela, Anna, Assunta, Shirley. In particolare alla corri Genova in 3 ci siamo ripromesse che nella prossima gara sociale saremo noi a correre una 21!
Fin dall’inizio di questa gravidanza, dal test di gravidanza dopo la maratona di Torino, ho paragonato questi mesi ad una vera e propria 42 KM. Un po’ perché mi è venuto istintivo e un po’ perché la maratona è la miglior descrizione di alcune tappe della nostra vita. Ed in effetti non mi sbagliavo. Tante le settimane da trascorrere (40 per la precisione), scandite tutte dal ritmo delle visite e degli esami. All’inizio la partenza verso l’ignoto, immaginando tratti di salita e discesa, immaginando tutto ciò che i libri raccontano: la vita che si sviluppa, il corpo che cambia e la pancia che cresce. Poi il passaggio alla mezza: una buona parte è passata, ma il bello deve ancora arrivare. Ed allora, si inizia con il corso pre-parto e tanti piccoli preparativi fino ad arrivare al muro dei 30.. i giorni passano lenti e sembra quasi che il traguardo si sposti più in là. Subito dopo si supera la crisi fino ad arrivare agli ultimi kilometri: i più duri! Il passo rallenta ancora ed ogni momento sembra eterno, infinito, come quando le gambe pesano ed i crampi latenti frenano il passo. Sembra quasi di lottare contro il mondo intero per ogni passo in più…ma qui non si tratta solo di fatica e di sopportazione…è la voglia di tagliare il traguardo e, vederlo ancora un po’ troppo in là, fa saltare il podista. Ed è per questo che in questi giorni penso alle mie corse, alle mie maratone vincenti: la corsa obbliga ad avere un atteggiamento positivo, una sorta di resistenza che ci permette di arrivare in fondo anche quando non ne abbiamo più. E sono ancora più convinta della risposta data al corso pre-parto quando a noi donne c’è stato chiesto: come vi aspettate che sia il parto? Mi sembrava di essere fuori dal comune quando ho risposto ‘una maratona’, ma poi qualcun’altra con me ha condiviso l’idea. Non so ancora come sarà partorire, ma di certo fin qui è stata una maratona. E come in tante maratone adesso che l’arrivo è quasi vicino penso alla meta, ricordando con piacere tutti i momenti passati. Tante camminatrici e tante donne mi dicevano: vedrai, poi ti mancherà questa pancia… Adesso non vedo l’ora che nasca, ma in effetti ogni tanto ci penso che tra poco non avrò questa compagnia dentro di me che scalcia e si fa sentire, così come mancheranno quelle ‘ooooooh’ di meraviglia che già ora mi sembrano qualcosa di straordinario.
Ed a tanti che già mi dicono che di tempo libero per correre ne avrò sempre meno e che mi dovrò arrendere alle nottate in bianco, io rispondo che c’è sempre tempo per indossare un pettorale. Ed è cosi che confidando nell’aiuto di Agostino, compagno nella vita e nella corsa che mi ha promesso il suo aiuto in cui credo, e nella buona sorte spero di poter sentire ancora quel bip dei passaggi e meglio ancora spero di poter indossare una lampada frontale e scarpette da trail per una nuova e incoraggiante avventura.
Grazie a chi con pazienza mi ha aspettato al traguardo in tutte queste domeniche, per le risate in macchina e per aver sognato insieme a tutti voi i trails e i chilometri di corsa!
Serena